20 - La storia del Frank e della Nina - Paola Randi
La sorpresa italiana della stagione. Un po' romantico e sognatore come Jules e Jim, un po' sgangherato e adolescenziale come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con uno spirito antagonista e di periferia come Forza cani e Fame chimica. Finalmente, un film su una Milano emarginata e popolare, ancora umana, descritta con guizzi cinefili molto fantasiosi, alternando bianco e nero e colore, formato quadrato e panoramico. E poi, un terzetto improbabile di protagonisti istintivi e bellissimi, giovani e ribelli: su tutti, svetta il personaggio di Frank, interpretato da Samuele Teneggi, anticonformista e intellettuale, che si muove sempre e soltanto in direzione ostinata e contraria.
19 - La morte è un problema dei vivi - Teemu Nikki
Erroneamente etichettata come dark-black comedy, in realtà è una bromance romantica e disperata, con tanti momenti di poesia nichilista e due protagonisti magnifici e sconfitti dalla vita. Cinema finlandese di oggi che guarda alla New Hollywood e all'America degli anni Settanta, come nell'omaggio manifesto a Il cacciatore, e nella celebrazione dei perdenti che deriva dalle lezioni di Schatzberg e Schlesinger: non è mai furbo e consolatorio, ma picchia duro e non concede scorciatoie. Attenzione a Teemu Nikki: un autore capace di alternare uno sguardo cinico e una sensibilità umana con un'abilità graffiante e struggente.
18 - Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.
17 - When Evil Lurks - Demian Rugna
Un horror potente, sconvolgente, nerissimo: tante idee, pochi mezzi e nessun compromesso. Il Male che si espande nella campagna argentina non fa distinzioni di età, sesso e religione, fregandosene della famiglia e degli innocenti. L'argentino Rugna imbastisce almeno un paio di sequenze orrorifiche memorabili, ma si cura di costruire attorno a loro una cornice narrativa impeccabile e inesorabile, dove i due fratelli protagonisti appaiono sempre più inermi di fronte alla diffusione del morbo sovrannaturale. Lavorando con gli archetipi delle possessioni demoniache e del cinema degli zombie, propone una commistione originalissima e pessimista, dove l'uomo soccombe davanti all'assurdo.
16 - Enea - Pietro Castellitto
Nato per essere detestato: è il film-bersaglio di un trentenne figlio di papà, proveniente dalla borghesia radical-chic di Roma Nord, che racconta ambienti, famiglie e situazioni che conosce da vicino. Ma Castellitto ribalta genialmente le attese, annulla ogni pericolo di critica sociale e di sguardo moralista, e riflette con autoironia e disincanto sulla consistenza della superficie, generando uno spaccato umanista, ridicolo e surreale, che trova un'aderenza romantica e nichilista al suo approccio anarchico e sregolato. Le trovate e i dialoghi sono esilaranti: un Muccino semiserio e sotto acido, ma anche una parodia di un Sorrentino con il peso schiacciante dei genitori ancora in vita. E tutti i caratteristi sono una goduria.
15 - The Apprentice - Ali Abbasi
Non è il film politicizzato contro Donald Trump che i democratici si aspetterebbero, ma una commedia bromance, capitalista e cialtrona in stile anni Ottanta, che evolve in un cinico melodramma demenziale e imprenditoriale, tra il mostruoso, il patetico e il ritratto feroce di un americano idiota. Un film divertente, che non indigna ma ricostruisce con sarcasmo l'irresistibile ascesa di un uomo potente e umanamente ridicolo. Il fuoriclasse è Jeremy Strong nel ruolo dell'avvocato Roy Cohn, tragico bastardo che da principale sponsor "trumpiano" diventa vittima della sua tossica tracotanza, ma è convincente anche Sebastian Stan, prima acerbo e poi arrogante palazzinaro pieno di soldi e pieno di sé.
14 - May December - Todd Haynes
La sorpresa italiana della stagione. Un po' romantico e sognatore come Jules e Jim, un po' sgangherato e adolescenziale come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con uno spirito antagonista e di periferia come Forza cani e Fame chimica. Finalmente, un film su una Milano emarginata e popolare, ancora umana, descritta con guizzi cinefili molto fantasiosi, alternando bianco e nero e colore, formato quadrato e panoramico. E poi, un terzetto improbabile di protagonisti istintivi e bellissimi, giovani e ribelli: su tutti, svetta il personaggio di Frank, interpretato da Samuele Teneggi, anticonformista e intellettuale, che si muove sempre e soltanto in direzione ostinata e contraria.
19 - La morte è un problema dei vivi - Teemu Nikki
Erroneamente etichettata come dark-black comedy, in realtà è una bromance romantica e disperata, con tanti momenti di poesia nichilista e due protagonisti magnifici e sconfitti dalla vita. Cinema finlandese di oggi che guarda alla New Hollywood e all'America degli anni Settanta, come nell'omaggio manifesto a Il cacciatore, e nella celebrazione dei perdenti che deriva dalle lezioni di Schatzberg e Schlesinger: non è mai furbo e consolatorio, ma picchia duro e non concede scorciatoie. Attenzione a Teemu Nikki: un autore capace di alternare uno sguardo cinico e una sensibilità umana con un'abilità graffiante e struggente.
18 - Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.
17 - When Evil Lurks - Demian Rugna
Un horror potente, sconvolgente, nerissimo: tante idee, pochi mezzi e nessun compromesso. Il Male che si espande nella campagna argentina non fa distinzioni di età, sesso e religione, fregandosene della famiglia e degli innocenti. L'argentino Rugna imbastisce almeno un paio di sequenze orrorifiche memorabili, ma si cura di costruire attorno a loro una cornice narrativa impeccabile e inesorabile, dove i due fratelli protagonisti appaiono sempre più inermi di fronte alla diffusione del morbo sovrannaturale. Lavorando con gli archetipi delle possessioni demoniache e del cinema degli zombie, propone una commistione originalissima e pessimista, dove l'uomo soccombe davanti all'assurdo.
16 - Enea - Pietro Castellitto
Nato per essere detestato: è il film-bersaglio di un trentenne figlio di papà, proveniente dalla borghesia radical-chic di Roma Nord, che racconta ambienti, famiglie e situazioni che conosce da vicino. Ma Castellitto ribalta genialmente le attese, annulla ogni pericolo di critica sociale e di sguardo moralista, e riflette con autoironia e disincanto sulla consistenza della superficie, generando uno spaccato umanista, ridicolo e surreale, che trova un'aderenza romantica e nichilista al suo approccio anarchico e sregolato. Le trovate e i dialoghi sono esilaranti: un Muccino semiserio e sotto acido, ma anche una parodia di un Sorrentino con il peso schiacciante dei genitori ancora in vita. E tutti i caratteristi sono una goduria.
15 - The Apprentice - Ali Abbasi
Non è il film politicizzato contro Donald Trump che i democratici si aspetterebbero, ma una commedia bromance, capitalista e cialtrona in stile anni Ottanta, che evolve in un cinico melodramma demenziale e imprenditoriale, tra il mostruoso, il patetico e il ritratto feroce di un americano idiota. Un film divertente, che non indigna ma ricostruisce con sarcasmo l'irresistibile ascesa di un uomo potente e umanamente ridicolo. Il fuoriclasse è Jeremy Strong nel ruolo dell'avvocato Roy Cohn, tragico bastardo che da principale sponsor "trumpiano" diventa vittima della sua tossica tracotanza, ma è convincente anche Sebastian Stan, prima acerbo e poi arrogante palazzinaro pieno di soldi e pieno di sé.
14 - May December - Todd Haynes
Imperdibile ring femminile interpretato dalle meravigliose, enigmatiche, tossicissime, Natalie Portman e Julianne Moore, che s'inseguono e si confondono: grazie a Dio, esistono registi e sceneggiatori come Todd Haynes che scrivono ancora oggi film su anti-Barbie manipolatrici, perverse, immorali e detestabili. Stia lontano chi crede che Margot Robbie, nel film più marchettaro di ogni tempo, sia un simbolo di lotta contro il patriarcato. Il significato del titolo è un modo per indicare un rapporto sentimentale in cui la differenza di età è talmente ampia che i membri della coppia rappresentano mesi molto lontani all'interno dell'anno, proprio come sono maggio e dicembre.
13 - El Paraiso - Enrico Maria Artale
Un rapporto sentimentale tra madre e figlio nella periferia di una Roma delinquenziale e derelitta, sviluppando un maxi complesso di Edipo in uno scenario tra gangster, spaccio di droga e balere kitsch alla fine del mondo: un palpitante, disperato e trascinante melodramma tra il Tevere e la Colombia, con sprazzi di passione almodovariana, desideri inconsci e repressi, amore materno eterno destinato a soffocare. Un raro esempio di cinema italiano che racconta i margini dell'esistenza con affetto brutale per i personaggi, senza cinismo e furberie da "favolacce": strepitosi Edoardo Pesce, ragazzone in cerca di una seconda possibilità, e Margarita Rosa de Francisco, mamma tossica e vampiresca.
12 - Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni tempo. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore.
11 - Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, il regista Michel Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. E a sorpresa dirige un'opera finalmente delicata, sensibile, commovente.
10 - Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
La regista omaggia papà Luigi, maestro di cinema popolare, raccontando il rapporto controverso con lui, passando per liti rabbiose e sensi di colpa. Dall'allegra infanzia sui set all'adolescenza drammatica, in cui la protagonista attraversa gli anni delle contestazioni e dell'eroina. E nonostante gli scontri, sarà quel padre sempre più anziano e tremolante a salvarla dall'inferno, rimanendo con lei per tutto il tempo che ci vuole. E insegnandole che dopo i fallimenti si riprova sempre, e si fallirà meglio. Un film privato, semplice, sul rapporto più bello che ci sia: quello tra un genitore e la sua bambina. Straordinaria prova di sensibilità e tenerezza da parte di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano.
9 - Giurato numero 2 - Clint Eastwood
A 94 anni, il gigantesco Clint si conferma ancora una volta la nostra guida morale. Un'altra lezione di vita, che s'interroga sul fattore umano: un uomo sposato da poco, con moglie in dolce attesa, si rende conto di essere il colpevole del processo a cui deve partecipare come membro della giuria. Storture del sistema giudiziario americano, mentalità conservatrice di un Paese contraddittorio e imperfetto, demoni dell'anima, senso di colpa e bisogno di redenzione, e poi un fenomenale ribaltamento dei ruoli e dei punti di vista, interrogandosi sulle linee sottili che separano verità e giustizia, morale e autoassoluzione, cancellando ogni divisione tra buoni, brutti e cattivi. Legal thriller e dramma etico: da sempre, roba sua.
8 - Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle ottime prove di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.
13 - El Paraiso - Enrico Maria Artale
Un rapporto sentimentale tra madre e figlio nella periferia di una Roma delinquenziale e derelitta, sviluppando un maxi complesso di Edipo in uno scenario tra gangster, spaccio di droga e balere kitsch alla fine del mondo: un palpitante, disperato e trascinante melodramma tra il Tevere e la Colombia, con sprazzi di passione almodovariana, desideri inconsci e repressi, amore materno eterno destinato a soffocare. Un raro esempio di cinema italiano che racconta i margini dell'esistenza con affetto brutale per i personaggi, senza cinismo e furberie da "favolacce": strepitosi Edoardo Pesce, ragazzone in cerca di una seconda possibilità, e Margarita Rosa de Francisco, mamma tossica e vampiresca.
12 - Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni tempo. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore.
11 - Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, il regista Michel Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. E a sorpresa dirige un'opera finalmente delicata, sensibile, commovente.
10 - Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
La regista omaggia papà Luigi, maestro di cinema popolare, raccontando il rapporto controverso con lui, passando per liti rabbiose e sensi di colpa. Dall'allegra infanzia sui set all'adolescenza drammatica, in cui la protagonista attraversa gli anni delle contestazioni e dell'eroina. E nonostante gli scontri, sarà quel padre sempre più anziano e tremolante a salvarla dall'inferno, rimanendo con lei per tutto il tempo che ci vuole. E insegnandole che dopo i fallimenti si riprova sempre, e si fallirà meglio. Un film privato, semplice, sul rapporto più bello che ci sia: quello tra un genitore e la sua bambina. Straordinaria prova di sensibilità e tenerezza da parte di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano.
9 - Giurato numero 2 - Clint Eastwood
A 94 anni, il gigantesco Clint si conferma ancora una volta la nostra guida morale. Un'altra lezione di vita, che s'interroga sul fattore umano: un uomo sposato da poco, con moglie in dolce attesa, si rende conto di essere il colpevole del processo a cui deve partecipare come membro della giuria. Storture del sistema giudiziario americano, mentalità conservatrice di un Paese contraddittorio e imperfetto, demoni dell'anima, senso di colpa e bisogno di redenzione, e poi un fenomenale ribaltamento dei ruoli e dei punti di vista, interrogandosi sulle linee sottili che separano verità e giustizia, morale e autoassoluzione, cancellando ogni divisione tra buoni, brutti e cattivi. Legal thriller e dramma etico: da sempre, roba sua.
8 - Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle ottime prove di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.
7 - Hey Joe - Claudio Giovannesi
Il ritorno inatteso e sorprendente di James Franco, dopo l'estromissione da Hollywood per le accuse sessuali in pieno #MeToo, da cui è stato assolto. Il nostro Giovannesi gli costruisce un personaggio memorabile, quello di un ex militare americano, malconcio e perdente, che torna a Napoli dopo 25 anni per conoscere il figlio che aveva abbandonato, ora molto vicino agli ambienti della malavita. Un film semplice e dolente, che strazia l'anima, scritto sulla bellissima faccia di James, sulle sue sfumature, sul suo tentativo di restituire una dignità e un significato all'esistenza. Andando incontro, come tutti gli antieroi e gli antidivi, a un destino quasi già scritto. E assieme a lui, un coro magnifico di interpreti.
6 - Green Border - Agnieszka Holland
Un'immersione fisica e visiva, urgente, disperata, senza respiro, nella vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. Con un finale dichiaratamente anti-imperialista e anti-americano.
5 - Il ragazzo e l'airone - Hayao Miyazaki
Un viaggio esplorativo verso la liberazione dal dolore e l'ingresso nell'età adulta: è l'opera di Miyazaki più personale, quella in cui le potenzialità immaginifiche del cinema d'animazione raggiungono l'apice creativo, allegorico e impressionista. Un Alice nel Paese delle meraviglie luttuoso e maschile, un trip allucinante e spigoloso che rappresenta un crocevia necessario per la lotta di ciascuno contro l'abbandono. La poesia e la sensibilità rimangono intatte, grazie a un bestiario caotico e visionario che supera le barriere della fantasia, ribadendo l'amore salvifico per il mondo animale e la necessaria convivenza con la natura, ma è anche uno strappo doloroso con gli appigli dell'infanzia, che lascia attoniti e senza difese.
4 - La stanza accanto - Pedro Almodovar
Pedro alla prova del suo primo film in lingua inglese: la sfida è straordinariamente vinta. Un puro "almodrama" femminile, che affronta una delle più importanti battaglie del nostro presente: quella per il diritto di decidere come e quando morire. Sorretto da due attrici meravigliose come Tilda Swinton e Julianne Moore, mai sovraccariche, coniuga l'amore disperato per il melodramma con il cinema civile, scuote e commuove con la citazione ricorrente della neve di James Joyce, allestisce un geometrico e colorato set che rimanda alle pulsazioni e alle confessioni del suo cinema più commovente. Riflettendo sull'immortalità dei sentimenti, che rimangono indelebili anche dopo le uscite di scena.
3 - Estranei - Andrew Haigh
Un frastornante viaggio interiore nell'incancellabile immaterialità dei fantasmi delle persone che abbiamo amato e che abbiamo perso. Haigh realizza un capolavoro dell'anima, dove l'amore del protagonista si diffonde in una dimensione onirica senza tempo, che sovrappone l'eternità del passato con l'illusione del presente. Un melodramma famigliare che non ricatta ma pugnala solo quando è necessario, obbligando a fare i conti con la realtà di ciò che resta e con le assenze. Una lettera d'amore indirizzata verso un'aldilà sempre più popolato, in contrasto con i dolori e le solitudini dell'aldiquà. Ma è anche un film sul processo creativo di chi scrive, sulle parole nascoste come unica, possibile elaborazione del lutto.
2 - Anora - Sean Baker
Una dichiarazione d'amore nei confronti delle sex workers, una commedia pseudo-romantica alla Pretty Woman che evolve in un Fuori orario grottesco, crudo e malinconico, in cui una lap dancer viene ingaggiata per una settimana e poi per un viaggio a Las Vegas dal figlio ricchissimo di un oligarca russo. Meritata Palma d'oro: gran film, divertente e intelligente, una scrittura lucida che non concede un attimo di tregua, tra invenzioni slapstick e dialoghi da screwball comedy. Il cinema americano di oggi al suo meglio: dietro alle risate, si nascondono il conflitto e la distanza incolmabile tra universi inconciliabili, dove il sesso e i sentimenti soltanto all'apparenza possono annullare le differenze di classe e la solitudine.
1 - Grand Tour - Miguel Gomes
Un ottimo modo per avvicinarsi alla poetica del portoghese Miguel Gomes, un autentico "fantasista" del cinema di oggi più sperimentale e privo di etichette. Questo è il suo capolavoro: il folle racconto del viaggio senza senso e senza una meta precisa di una donna che insegue l'uomo che vorrebbe sposare, mentre lui mette in discussione le ragioni per cui il matrimonio dovrebbe essere celebrato. E scappa per il mondo. La narrazione prosegue, mentre cambiano senza logica gli ambiente e le epoche storiche: dopotutto, il sentimento dell'amore non conosce contestualizzazioni, è atemporale e irragionevole. Un'esperienza visiva e filosofica, Settima Arte nel vero senso della parola: qualcosa che non si era mai visto e che non ha modelli di riferimento.
Il ritorno inatteso e sorprendente di James Franco, dopo l'estromissione da Hollywood per le accuse sessuali in pieno #MeToo, da cui è stato assolto. Il nostro Giovannesi gli costruisce un personaggio memorabile, quello di un ex militare americano, malconcio e perdente, che torna a Napoli dopo 25 anni per conoscere il figlio che aveva abbandonato, ora molto vicino agli ambienti della malavita. Un film semplice e dolente, che strazia l'anima, scritto sulla bellissima faccia di James, sulle sue sfumature, sul suo tentativo di restituire una dignità e un significato all'esistenza. Andando incontro, come tutti gli antieroi e gli antidivi, a un destino quasi già scritto. E assieme a lui, un coro magnifico di interpreti.
6 - Green Border - Agnieszka Holland
Un'immersione fisica e visiva, urgente, disperata, senza respiro, nella vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. Con un finale dichiaratamente anti-imperialista e anti-americano.
5 - Il ragazzo e l'airone - Hayao Miyazaki
Un viaggio esplorativo verso la liberazione dal dolore e l'ingresso nell'età adulta: è l'opera di Miyazaki più personale, quella in cui le potenzialità immaginifiche del cinema d'animazione raggiungono l'apice creativo, allegorico e impressionista. Un Alice nel Paese delle meraviglie luttuoso e maschile, un trip allucinante e spigoloso che rappresenta un crocevia necessario per la lotta di ciascuno contro l'abbandono. La poesia e la sensibilità rimangono intatte, grazie a un bestiario caotico e visionario che supera le barriere della fantasia, ribadendo l'amore salvifico per il mondo animale e la necessaria convivenza con la natura, ma è anche uno strappo doloroso con gli appigli dell'infanzia, che lascia attoniti e senza difese.
4 - La stanza accanto - Pedro Almodovar
Pedro alla prova del suo primo film in lingua inglese: la sfida è straordinariamente vinta. Un puro "almodrama" femminile, che affronta una delle più importanti battaglie del nostro presente: quella per il diritto di decidere come e quando morire. Sorretto da due attrici meravigliose come Tilda Swinton e Julianne Moore, mai sovraccariche, coniuga l'amore disperato per il melodramma con il cinema civile, scuote e commuove con la citazione ricorrente della neve di James Joyce, allestisce un geometrico e colorato set che rimanda alle pulsazioni e alle confessioni del suo cinema più commovente. Riflettendo sull'immortalità dei sentimenti, che rimangono indelebili anche dopo le uscite di scena.
3 - Estranei - Andrew Haigh
Un frastornante viaggio interiore nell'incancellabile immaterialità dei fantasmi delle persone che abbiamo amato e che abbiamo perso. Haigh realizza un capolavoro dell'anima, dove l'amore del protagonista si diffonde in una dimensione onirica senza tempo, che sovrappone l'eternità del passato con l'illusione del presente. Un melodramma famigliare che non ricatta ma pugnala solo quando è necessario, obbligando a fare i conti con la realtà di ciò che resta e con le assenze. Una lettera d'amore indirizzata verso un'aldilà sempre più popolato, in contrasto con i dolori e le solitudini dell'aldiquà. Ma è anche un film sul processo creativo di chi scrive, sulle parole nascoste come unica, possibile elaborazione del lutto.
2 - Anora - Sean Baker
Una dichiarazione d'amore nei confronti delle sex workers, una commedia pseudo-romantica alla Pretty Woman che evolve in un Fuori orario grottesco, crudo e malinconico, in cui una lap dancer viene ingaggiata per una settimana e poi per un viaggio a Las Vegas dal figlio ricchissimo di un oligarca russo. Meritata Palma d'oro: gran film, divertente e intelligente, una scrittura lucida che non concede un attimo di tregua, tra invenzioni slapstick e dialoghi da screwball comedy. Il cinema americano di oggi al suo meglio: dietro alle risate, si nascondono il conflitto e la distanza incolmabile tra universi inconciliabili, dove il sesso e i sentimenti soltanto all'apparenza possono annullare le differenze di classe e la solitudine.
1 - Grand Tour - Miguel Gomes
Un ottimo modo per avvicinarsi alla poetica del portoghese Miguel Gomes, un autentico "fantasista" del cinema di oggi più sperimentale e privo di etichette. Questo è il suo capolavoro: il folle racconto del viaggio senza senso e senza una meta precisa di una donna che insegue l'uomo che vorrebbe sposare, mentre lui mette in discussione le ragioni per cui il matrimonio dovrebbe essere celebrato. E scappa per il mondo. La narrazione prosegue, mentre cambiano senza logica gli ambiente e le epoche storiche: dopotutto, il sentimento dell'amore non conosce contestualizzazioni, è atemporale e irragionevole. Un'esperienza visiva e filosofica, Settima Arte nel vero senso della parola: qualcosa che non si era mai visto e che non ha modelli di riferimento.
MIGLIOR ATTORE: JAMES FRANCO (Hey Joe)
MIGLIOR ATTRICE: CHIARA MASTROIANNI (Marcello mio)
I FILM DELL'ANNO DE 'IL BELLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO'
2011: Il cigno nero - Darren Aronofsky
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik
2023: Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese
2024: Grand Tour - Miguel Gomes
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik
2023: Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese
2024: Grand Tour - Miguel Gomes
Condivido tutto sei bravissimo.
RispondiEliminaBella classifica, complimenti!
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