Sicario fa paura. Presentato lo scorso maggio in Concorso all'ultimo Festival di Cannes, prima della sua proiezione il film di Denis Villeneuve era considerato dai bookmakers tra i favoriti per la vittoria finale. Nella sua carriera, il regista canadese è riuscito a ottenere un notevole numero di estimatori, diventando uno degli autori del nuovo millennio più apprezzati dalla buona cinefilia: da La donna che canta fino a Enemy, passando per Prisoners, il suo cinema teso e palpitante è caratterizzato da un'attenzione particolare alle dinamiche psicologiche dei personaggi, sottilissime, rivelando una sensibilità inedita per il cinema di genere a cui si è abituati, dai toni solitamente meno sfumati e raffinati. Sicario rappresenta una parziale inversione di rotta: scompaiono completamente intellettualismi, citazioni colte e riflessioni esistenziali, per far posto a un cinema più duro e violento, diretto, radicale. Un poliziesco "classico", che potrebbe essere stretto parente dei film dell'ispettore Callaghan per quanto riguarda la raffigurazione di un mondo di squadre speciali composto da esercito militare, CIA e agenti della FBI, che non concede mezze misure, disposto a superare i limiti della legalità per raggiungere i propri obiettivi. A tal proposito, la protagonista Emily Blunt è l'unica donna in un mucchio selvaggio, dapprima confusa e spaesata, poi fragile e inerme, nonostante il suo desiderio di rispettare i protocolli, di appellarsi alle buone maniere. Ma "questo è un mondo di lupi" le ribadisce Benicio Del Toro, nei panni di un mercenario senza scrupoli, disposto a tutto pur di vendicarsi dell'uomo che gli ha sterminato la famiglia. Risulta, così, piuttosto palese la contrapposizione tra la brutalità dell'atteggiamento maschile, totalmente privo di scrupoli, e quello femminile, pavido e inevitabilmente schiacciato dai meccanismi di un'umanità animalesca e glaciale. E dev'essere stata proprio la totale mancanza di riabilitazione del personaggio della Blunt a spiazzare la benpensante compagine critica di Cannes: per la sua cupezza e drasticità, Sicario è il terzo tassello di un'operazione di riabilitazione del poliziesco nella sua dimensione più disperata e pessimista, ideale proseguimento di The Counselor di Ridley Scott e della seconda stagione di True Detective. Finalmente, ecco il cinema che ci meritiamo.
Emiliano Dal Toso
Emiliano Dal Toso
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