Alcuni studiosi di filosofia sostengono che, effettuate le dovute riduzioni, la storia del pensiero si potrebbe sostanzialmente ridurre alla contrapposizione tra chi è platonico e chi è aristotelico; questi sarebbero due modi fondamentali di concepire il mondo a cui nessuno può sottrarsi. Allo stesso modo, io (più modestamente) credo che il mondo del cinema si divida tra le persone a cui piace Woody Allen e quelli a cui non fa alcun effetto. Per quanto mi riguarda, appartengo sicuramente al primo gruppo, ma con moderazione: non ho mai trovato spiacevole un film di Allen, ma non ho mai gridato al capolavoro (anche se con Match Point ci sono andato vicino); diciamo che la scala all'interno del quale lo colloco è tra il carino e il molto carino, con tutte le sfumature intermedie. In quest'ottica, Midnight in Paris è piuttosto carino. Parlando degli utimi suoi lavori, meglio di Scoop e Vicky Cristina Barcelona, ma meno bello di Sogni e delitti. Il film contiene un solo vero grande concetto (e del resto quando si ha una media di 1,17 film all'anno negli ultimi ventinove anni, non è che se ne possano mettere molti di più), che è la seguente domanda: quando crediamo che potremmo vivere un'esistenza migliore se vivessimo in un altro luogo, o in un altro tempo, ci illudiamo? La risposta del cineasta è incerta, perché incerto è il vagare dell'uomo in questo mondo. Se Adriana (Marion Cotillard) sceglie di inseguire l'illusione, l'uomo contemporaneo sa che non cambierà nulla e deve rinunciare al cambiamento radicale. Tuttavia egli, Gil (Owen Wilson), non può accettare di rinunciare completamente al tentativo e finisce, pur restando nel suo tempo, col rimanere a Parigi. In Gil convivono il pessimismo più radicale della teoria razionale (che emerge nella sua reazione alla decisione di Adriana) e il sottile ottimismo latente dell'agire umano, che in fondo non è in grado di rinunciare del tutto alla speranza. Il finale, apparentemente lieto, si rivela a mio avviso come il segnale di un circolo vizioso al quale siamo condannati: speranza nell'amore, delusione nella vita, diperazione, di nuovo speranza e così' via. Bravo Wilson, bella Marion Cotillard. Bruttissima Carla Bruni.
Giancarlo Mazzetti
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