Il seme del fico sacro - Mohammad Rasoulof
Un thriller politico di rara potenza, capace di trasformare la dittatura iraniana in un meccanismo narrativo implacabile. Il mondo di un giudice istruttore coinvolto nella brutale repressione delle proteste "Donne, Vita, Libertà" si sgretola tra paranoia e violenza famigliare. Rasoulof costruisce la tensione con precisione hitchcockiana, sfruttando al meglio gli spazi chiusi e le attese cariche di inquietudine. Una riflessione dolorosa sul potere e sulla paura, e un'opera che, come il metaforico fico sacro del titolo, soffoca ogni speranza. Ma è anche il ritratto dell'orgoglio delle donne iraniane che resistono all'oppressione. Un manifesto sulla condizione di un Paese senza libertà: un cinema necessario e devastante.
September 5 - La diretta che cambiò la storia - Tim Fehlbaum
Un'immersione nella frenetica e claustrofobica sala regia della ABC, l'unica rete televisiva a documentare in tempo reale l'attentato di Monaco 1972. Il film trasforma una tragedia storica in un thriller avvincente, giocando sulla tensione e sull'improvvisazione giornalistica, con un cast guidato dagli impeccabili John Magaro e Peter Sarsgaard. L'elemento più affascinante è l'accurata ricostruzione delle sfide tecnologiche affrontate per trasmettere il primo attentato in diretta, segnando un punto di svolta nel nostro rapporto con le immagini della morte. E solleva interrogativi etici: fino a che punto è lecito spingersi nel raccontare la tragedia in diretta? E quali sono le responsabilità di chi la trasmette?
Fatti vedere - Tiziano Russo
Una ventata di freschezza nel panorama spesso asfittico delle commedie italiane. Un'idea semplice ma efficace, che ironizza con garbo e intelligenza sulle nuove forme di terapia online: una giovane psicoterapeuta si trova a dover condurre le sedute con il suo ex, sotto mentite spoglie, travestendosi da un'anziana collega per scoprire perché lui l'abbia lasciata. Un espediente che omaggia dichiaratamente Tootsie e Mrs. Doubtfire, trovando però una propria identità in una narrazione leggera e godibile, valorizzata dalla vis comica della brava Matilde Gioli. Tutto scorre con il sorriso, e la simpatia dell'operazione non cede mai il passo alla faciloneria sentimentale e o al ricatto emotivo.
Il bello, il brutto e il cattivo
Il blog di cinema di Emiliano Dal Toso
sabato 22 febbraio 2025
Obbligatori: Febbraio 2025
giovedì 6 febbraio 2025
Riflessioni Spiazzanti: Intervista a uno storico sulla serie M. - Il figlio del secolo
Cosa ne pensi della serie su Mussolini?
Mi sembra che abbiano cercato di riprodurre la Storia in chiave pop, qualcosa di simile a Il Divo di Sorrentino. Mi sono piaciuti il gusto espressionista delle immagini, la cura visiva, i costumi, la musica. Poi la serie ha il merito di mostrare senza censure la violenza fascista, che viene data spesso per scontata.
Però c’è un “ma”.
Le psicologie dei personaggi sono piatte, il racconto diventa una parata di macchiette. Cesare Rossi è irritante. Amerigo Dumini sembra un ragazzino scemo assetato di sangue: psicopatico assassino lo era davvero, ma scemo no. Ricattò per anni il Duce per il delitto Matteotti con dei documenti segreti consegnati a uno studio legale di San Antonio, in Texas.
E la figura di Mussolini?
Ne esce molto stereotipata. Sembra un erotomane con la passione del sesso da dietro, che si ritrova Presidente del Consiglio quasi per caso. Il suo costante rivolgersi alla camera cerca di restituire allo spettatore la sua attitudine da trasformista e imbonitore, ma dietro a Mussolini c’era molto di più. Diciamo che ci sono stati dei Mussolini cinematografici più credibili: il Rod Steiger de Il leone del deserto – lungometraggio su Omar al-Mukhtar – o Mario Adorf ne Il delitto Matteotti, bellissimo film di Florestano Vancini.
Insomma, un Mussolini semplificato, quello di M.
Tutto è semplificato, una sorta di bigino della storia del fascismo. La tangente della Sinclair Oil, che secondo lo storico Mauro Canali è alla base del delitto Matteotti, viene accennata di sfuggita. Lo scontro fascismo/antifascismo si esaurisce nella figura di Matteotti, o nel semplice dualismo Mussolini/Matteotti. Era difficile riuscire a fare una serie tv su questo periodo senza citare mai Gramsci e i comunisti, eppure ci sono riusciti. La verità è che il riflusso individualista degli anni Ottanta ci consegna ancora oggi film e libri schiacciati sulle figure individuali, o al massimo sui dualismi. Non a caso il film che ti dicevo di Vancini, che è del 1973, è un’opera corale e storicamente più completa. Ma era un altro decennio. Altri tempi. È il senso della storia collettiva che si è perso nel frattempo, resta solo la vicenda del singolo.
Prima citavi Il Divo. In fondo anche lì domina la figura di Andreotti, quindi una storia individuale.
Però Il Divo non è didascalico. Insieme ad Andreotti emerge tutto un pezzo di storia d’Italia, senza che si percepisca quel senso di semplificazione. La cosa avvilente è che M., in fin dei conti, per quanto banalizzante, può servire davvero ad insegnare un pezzo di Storia al grande pubblico. Gli italiani sanno così poco del fascismo che anche da un racconto superficiale hanno molto da imparare. Ma la questione è un po’ più ampia, secondo me.
Cioè?
Non c’è un buco solo nella conoscenza dell’epoca fascista. È proprio diventato difficile “pensare storicamente”. Quando nel febbraio 2022 è cominciata la nuova fase della guerra in Ucraina, chi si è permesso di proporre una riflessione di lungo periodo sulle cause che avevano portato a quella svolta è stato pubblicamente sbertucciato. Ricordo che scrittori e intellettuali di grido isolarono i dissidenti e si unirono alla cantilena aggredito/aggressore, che non a caso è un dualismo. Torniamo alla logica semplificatoria che ti dicevo prima.
Resta il fatto che in questo periodo non era scontato realizzare un’opera che parlasse di Mussolini, viste le vicende che attraversano il nostro Paese.
Certo. Però dipende molto in che modo ne parli. Di sicuro la serie non voleva essere celebrativa. Ha fatto di tutto per non sembrarlo, ed è comprensibile. Ma mostrare Mussolini invidioso della lunghezza del pene di D’Annunzio, Mussolini che fa il dito medio a Giolitti, Mussolini che si lava l’uccello dopo aver sodomizzato Margherita Sarfatti, tutto questo sminuire la sua figura, che a una prima occhiata sembrerebbe una vittoria dell’antifascismo, in realtà ne segna la debolezza.
In che senso?
Nel senso che sbeffeggi Mussolini sullo schermo perché oggi nella società Mussolini ha vinto. Purtroppo.
PS: l'intervista è stata fatta a Ivan Brentari, scrittore e storico, nonché il mio principale punto di riferimento per interpretare il periodo fascista e il post-fascismo.
domenica 19 gennaio 2025
Obbligatori: Gennaio 2025
Emilia Pérez - Jacques Audiard
Un torbido melodramma gangster, un musical dolente che è un inno alla vita, alla ricerca dell'identità, ai luoghi a cui appartenere e impossibili da abbandonare. Con un'energia indescrivibile, Audiard sposta gli archetipi dei generi e realizza una pellicola originalissima, senza etichette e priva di punti di riferimento: potenziale manifesto queer e femminista, ma soprattutto un possente capitolo sulla poetica del cambiamento e dell'autodeterminazione, e sul riscatto dei perdenti, che attraversa il suo cinema sin dai suoi primi film. Canzoni folli e bellissime, che riabilitano il romanticismo sfrenato del pop latino, accompagnate da coreografie sorprendenti e da un coro di protagoniste travolgenti e memorabili.
Maria - Pablo Larrain
L'usignolo greco, la diva maledetta, la voce angelica. Un biopic sontuoso e dolente. Una donna depressa e dipendente dai farmaci, consapevole che il suo tempo sta per finire. Perché la sua vita è sempre stata la sua voce, e l'opera è sempre stato il suo mondo. Vivendo in una bolla sfarzosa, dopo una giovinezza poverissima, quando i militari pagavano per trascorrere ore con lei, non per scoparla, ma per sentirla cantare. Pablo dirige il film più bello di una trilogia dedicata donne del Novecento iconiche e prigioniere, dopo Jackie e Spencer: un ritratto che scartavetra l'anima di chi è condannato a essere l'artista (la Callas), molto prima di essere la donna (Maria). Prova enorme di Angelina Jolie.
Io sono ancora qui - Walter Salles
L'orrore del fascismo e della dittatura militare, la tragedia dei desaparecidos, ma anche la forza e la volontà di una donna per mantenere viva la memoria e cercare fino alla fine di raggiungere la verità e la giustizia. Salles torna a un cinema popolare, narrativamente asciutto, limpido e lineare, capace di emozionare con la giusta dose di indignazione. Il merito è condiviso con la straordinaria protagonista, una Fernanda Torres addolorata e sempre combattiva, colma di dignità e determinazione. Una commedia famigliare che si evolve in dramma politico. E sullo sfondo, ieri come oggi, il Brasile divide i suoi conflitti tra allegria e nostalgia, tra gioia e lacrime, tra libertà e repressione.
mercoledì 11 dicembre 2024
I film del 2024 degli Amici e Lettori
Alessandro Amato
Challengers
Il gladiatore 2
Alien: Romulus
Alvise Wollner
Grand Tour
Vermiglio
Civil War
Antonio Morra
Do Not Expect Too Much from the End of the World
Perfect Days
La zona d'interesse
Arianna Vietina
Challengers
Past Lives
Giurato numero 2
Astrid Ardenti
Grand Tour
The Beast
I dannati
Carlos Menezes
Grand Tour
Kinds of Kindness
La zona d'interesse
Cristiano Bolla
Anora
Past Lives
Perfect Days
Davide Giordano
The Warrior - The Iron Claw
The Substance
Civil War
Davide Tagliapietra
Dune - Parte due
Green Border
Wicked
Diana Occorsio
Estranei
Past Lives
Grand Tour
Francesca Gilberti Marangoni
Inside Out 2
L'innocenza
La stanza accanto
Giacomo Cozzaglio
Inside Out 2
Joker: Folie à Deux
The Apprentice - Alle origini di Trump
Gianluca Vona
Povere creature!
La zona d'interesse
The Substance
Giovanni Dal Toso
La stanza accanto
Civil War
Il tempo che ci vuole
Ilaria Del Boca
Povere creature!
Hey Joe
The Substance
Ivan Casagrande Conti
I dannati
Aggro Dr1ft
Grand Tour
Leonardo Strano
La zona d'interesse
Giurato numero 2
Il gusto delle cose
Luca Recordati
Green Border
Grand Tour
Povere creature!
Marco Dal Toso
Berlinguer - La grande ambizione
Tatami
Il tempo che ci vuole
Marco Solé
Civil War
Estranei
Kinds of Kindness
Marina Forte
Parthenope
Il ragazzo e l'airone
Civil War
Massimiliano Marco Gavinelli
Megalopolis
Povere creature!
When Evil Lurks
Mattia De Gasperis
Anora
May December
Parthenope
Melis Rossi
Berlinguer - La grande ambizione
Parthenope
Il tempo che ci vuole
Miriam Romano
Anora
La stanza accanto
Giurato numero 2
Riccardo Sciannimanico
Il ragazzo e l'airone
Grand Tour
The Substance
Ricko Schwartz
Il ragazzo e l'airone
La stanza accanto
Estranei
Roberto Ciliberto
Grand Tour
Giurato numero 2
Eterno visionario
Tommaso Frangini
The Holdovers - Lezioni di vita
Amore a Mumbai
Memory
Tommaso Santambrogio
La zona d'interesse
Grand Tour
Do Not Expect Too Much from the End of the World
9 Grand Tour
5 Civil War, La zona d'interesse
4 Giurato numero 2, Povere creature!, La stanza accanto, The Substance
3 Anora, Estranei, Parthenope, Past Lives, Il ragazzo e l'airone, Il tempo che ci vuole
2 Berlinguer, Challengers, I dannati, Do Not Expect Too Much from the End of the World, Green Border, Inside Out 2, Kinds of Kindness, Perfect Days
1 Il gladiatore 2, Alien: Romulus, Vermiglio, The Beast, The Warrior - The Iron Claw, Dune - Parte due, Wicked, L'innocenza, Joker: Folie à Deux, The Apprentice - Alle origini di Trump, Hey Joe, Aggro Dr1ft, Il gusto delle cose, Tatami, Megalopolis, When Evil Lurks, May December, Eterno visionario, The Holdovers - Lezioni di vita, Amore a Mumbai, Memory
sabato 7 dicembre 2024
Top 20: La Superclassifica del 2024
La sorpresa italiana della stagione. Un po' romantico e sognatore come Jules e Jim, un po' sgangherato e adolescenziale come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con uno spirito antagonista e di periferia come Forza cani e Fame chimica. Finalmente, un film su una Milano emarginata e popolare, ancora umana, descritta con guizzi cinefili molto fantasiosi, alternando bianco e nero e colore, formato quadrato e panoramico. E poi, un terzetto improbabile di protagonisti istintivi e bellissimi, giovani e ribelli: su tutti, svetta il personaggio di Frank, interpretato da Samuele Teneggi, anticonformista e intellettuale, che si muove sempre e soltanto in direzione ostinata e contraria.
19 - La morte è un problema dei vivi - Teemu Nikki
Erroneamente etichettata come dark-black comedy, in realtà è una bromance romantica e disperata, con tanti momenti di poesia nichilista e due protagonisti magnifici e sconfitti dalla vita. Cinema finlandese di oggi che guarda alla New Hollywood e all'America degli anni Settanta, come nell'omaggio manifesto a Il cacciatore, e nella celebrazione dei perdenti che deriva dalle lezioni di Schatzberg e Schlesinger: non è mai furbo e consolatorio, ma picchia duro e non concede scorciatoie. Attenzione a Teemu Nikki: un autore capace di alternare uno sguardo cinico e una sensibilità umana con un'abilità graffiante e struggente.
18 - Marcello mio - Christophe Honoré
Sgangherato, frammentario, libero e struggente: tra meta-cinema e autofiction psicanalitica, una riflessione filiale sul ruolo schiacciante e ossessivo del genitore, sull'immedesimazione mimetica, sul suo fantasma e sulla sua iconografia, sulla naturale consequenzialità tra realtà, finzione, immaginazione e sogno. La prova di Chiara Mastroianni è impressionante ed è coadiuvata da un gruppo di amici e famigliari che prendono parte al gioco tra lo sbigottimento e il divertimento. Ma Honoré riflette anche sull'identità di genere, e l'omaggio a Marcello risulta un pretesto per sperimentare l'unione di diversi linguaggi, esponendosi al rischio di confondere, ma provocando molti frammenti emozionanti.
17 - When Evil Lurks - Demian Rugna
Un horror potente, sconvolgente, nerissimo: tante idee, pochi mezzi e nessun compromesso. Il Male che si espande nella campagna argentina non fa distinzioni di età, sesso e religione, fregandosene della famiglia e degli innocenti. L'argentino Rugna imbastisce almeno un paio di sequenze orrorifiche memorabili, ma si cura di costruire attorno a loro una cornice narrativa impeccabile e inesorabile, dove i due fratelli protagonisti appaiono sempre più inermi di fronte alla diffusione del morbo sovrannaturale. Lavorando con gli archetipi delle possessioni demoniache e del cinema degli zombie, propone una commistione originalissima e pessimista, dove l'uomo soccombe davanti all'assurdo.
16 - Enea - Pietro Castellitto
Nato per essere detestato: è il film-bersaglio di un trentenne figlio di papà, proveniente dalla borghesia radical-chic di Roma Nord, che racconta ambienti, famiglie e situazioni che conosce da vicino. Ma Castellitto ribalta genialmente le attese, annulla ogni pericolo di critica sociale e di sguardo moralista, e riflette con autoironia e disincanto sulla consistenza della superficie, generando uno spaccato umanista, ridicolo e surreale, che trova un'aderenza romantica e nichilista al suo approccio anarchico e sregolato. Le trovate e i dialoghi sono esilaranti: un Muccino semiserio e sotto acido, ma anche una parodia di un Sorrentino con il peso schiacciante dei genitori ancora in vita. E tutti i caratteristi sono una goduria.
15 - The Apprentice - Ali Abbasi
Non è il film politicizzato contro Donald Trump che i democratici si aspetterebbero, ma una commedia bromance, capitalista e cialtrona in stile anni Ottanta, che evolve in un cinico melodramma demenziale e imprenditoriale, tra il mostruoso, il patetico e il ritratto feroce di un americano idiota. Un film divertente, che non indigna ma ricostruisce con sarcasmo l'irresistibile ascesa di un uomo potente e umanamente ridicolo. Il fuoriclasse è Jeremy Strong nel ruolo dell'avvocato Roy Cohn, tragico bastardo che da principale sponsor "trumpiano" diventa vittima della sua tossica tracotanza, ma è convincente anche Sebastian Stan, prima acerbo e poi arrogante palazzinaro pieno di soldi e pieno di sé.
14 - May December - Todd Haynes
13 - El Paraiso - Enrico Maria Artale
Un rapporto sentimentale tra madre e figlio nella periferia di una Roma delinquenziale e derelitta, sviluppando un maxi complesso di Edipo in uno scenario tra gangster, spaccio di droga e balere kitsch alla fine del mondo: un palpitante, disperato e trascinante melodramma tra il Tevere e la Colombia, con sprazzi di passione almodovariana, desideri inconsci e repressi, amore materno eterno destinato a soffocare. Un raro esempio di cinema italiano che racconta i margini dell'esistenza con affetto brutale per i personaggi, senza cinismo e furberie da "favolacce": strepitosi Edoardo Pesce, ragazzone in cerca di una seconda possibilità, e Margarita Rosa de Francisco, mamma tossica e vampiresca.
12 - Tatami - Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Uno dei film sportivi più potenti e importanti di ogni tempo. I mondiali di judo in Georgia sono il teatro delle prove di forza e di coraggio di una ragazza iraniana e della sua allenatrice, ribelli alla richiesta e alle minacce del loro governo dittatoriale di ritirarsi dalla manifestazione per non incontrare l'avversaria israeliana. Un esemplare racconto di sport inteso come specchio delle condizioni civili, politiche e umane di un Paese, e come una delle pochissime vie di fuga possibili. Cinema di denuncia, attuale, diretto e interpretato con la rabbia e l'orgoglio di chi lotta per un mondo migliore.
11 - Memory - Michel Franco
La più bella storia d'amore degli ultimi anni. Jessica Chastain interpreta una madre sola ed ex alcolista, tampinata da un uomo da cui è convinta di aver subito molestie sessuali all'epoca del liceo. Ma l'apparenza inganna: lui, Peter Sarsgaard, soffre di demenza ed è incapace di ricordare quello che è accaduto poco prima. Ma non dimentica emozioni e sentimenti. Ragionando sulle diverse conseguenze con cui il passato e la memoria determinano il nostro modo d'essere, il regista Michel Franco illumina il punto di contatto tra due anime perse e lesionate, due solitudini che assieme diventano una moltitudine. E a sorpresa dirige un'opera finalmente delicata, sensibile, commovente.
10 - Il tempo che ci vuole - Francesca Comencini
La regista omaggia papà Luigi, maestro di cinema popolare, raccontando il rapporto controverso con lui, passando per liti rabbiose e sensi di colpa. Dall'allegra infanzia sui set all'adolescenza drammatica, in cui la protagonista attraversa gli anni delle contestazioni e dell'eroina. E nonostante gli scontri, sarà quel padre sempre più anziano e tremolante a salvarla dall'inferno, rimanendo con lei per tutto il tempo che ci vuole. E insegnandole che dopo i fallimenti si riprova sempre, e si fallirà meglio. Un film privato, semplice, sul rapporto più bello che ci sia: quello tra un genitore e la sua bambina. Straordinaria prova di sensibilità e tenerezza da parte di Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano.
9 - Giurato numero 2 - Clint Eastwood
A 94 anni, il gigantesco Clint si conferma ancora una volta la nostra guida morale. Un'altra lezione di vita, che s'interroga sul fattore umano: un uomo sposato da poco, con moglie in dolce attesa, si rende conto di essere il colpevole del processo a cui deve partecipare come membro della giuria. Storture del sistema giudiziario americano, mentalità conservatrice di un Paese contraddittorio e imperfetto, demoni dell'anima, senso di colpa e bisogno di redenzione, e poi un fenomenale ribaltamento dei ruoli e dei punti di vista, interrogandosi sulle linee sottili che separano verità e giustizia, morale e autoassoluzione, cancellando ogni divisione tra buoni, brutti e cattivi. Legal thriller e dramma etico: da sempre, roba sua.
8 - Civil War - Alex Garland
Una distopia che getta un'inquietante lente d'ingrandimento su quello che potrebbe esplodere in una società vittima dei populismi e delle demagogie, abituata all'orrore delle immagini e sempre più lontana dal senso di umanità. Uno sguardo crudo e consapevole, lucidissimo, non tanto per lo scenario politico e apocalittico descritto, fin troppo manifesto, ma per la riflessione sull'importanza di continuare a fotografare, documentare, raccontare anche le macerie e il nostro annientamento. Un grande film sul giornalismo, e sulla resistenza delle agenzie di stampa come fonte primaria di informazione. Il miglior film di Garland, coadiuvato dalle ottime prove di Kirsten Dunst, Wagner Moura e Cailee Spaeny.
Il ritorno inatteso e sorprendente di James Franco, dopo l'estromissione da Hollywood per le accuse sessuali in pieno #MeToo, da cui è stato assolto. Il nostro Giovannesi gli costruisce un personaggio memorabile, quello di un ex militare americano, malconcio e perdente, che torna a Napoli dopo 25 anni per conoscere il figlio che aveva abbandonato, ora molto vicino agli ambienti della malavita. Un film semplice e dolente, che strazia l'anima, scritto sulla bellissima faccia di James, sulle sue sfumature, sul suo tentativo di restituire una dignità e un significato all'esistenza. Andando incontro, come tutti gli antieroi e gli antidivi, a un destino quasi già scritto. E assieme a lui, un coro magnifico di interpreti.
6 - Green Border - Agnieszka Holland
Un'immersione fisica e visiva, urgente, disperata, senza respiro, nella vergognosa condizione dei migranti nell'oscurità della foresta che fa da confine tra Polonia e Bielorussia, dove esseri umani alla ricerca di una vita migliore vengono seviziati, umiliati, torturati e ignorati, nel migliore dei casi. Tre punti di vista diversi: quello dei rifugiati siriani, ma anche di una guardia di frontiera e di un gruppo di attivisti. Action, horror, war movie e survival movie: non è Hollywood, ma l'irreale e bestiale politica odierna capace di offrire sostegno umanitario soltanto se conviene. Con un finale dichiaratamente anti-imperialista e anti-americano.
5 - Il ragazzo e l'airone - Hayao Miyazaki
Un viaggio esplorativo verso la liberazione dal dolore e l'ingresso nell'età adulta: è l'opera di Miyazaki più personale, quella in cui le potenzialità immaginifiche del cinema d'animazione raggiungono l'apice creativo, allegorico e impressionista. Un Alice nel Paese delle meraviglie luttuoso e maschile, un trip allucinante e spigoloso che rappresenta un crocevia necessario per la lotta di ciascuno contro l'abbandono. La poesia e la sensibilità rimangono intatte, grazie a un bestiario caotico e visionario che supera le barriere della fantasia, ribadendo l'amore salvifico per il mondo animale e la necessaria convivenza con la natura, ma è anche uno strappo doloroso con gli appigli dell'infanzia, che lascia attoniti e senza difese.
4 - La stanza accanto - Pedro Almodovar
Pedro alla prova del suo primo film in lingua inglese: la sfida è straordinariamente vinta. Un puro "almodrama" femminile, che affronta una delle più importanti battaglie del nostro presente: quella per il diritto di decidere come e quando morire. Sorretto da due attrici meravigliose come Tilda Swinton e Julianne Moore, mai sovraccariche, coniuga l'amore disperato per il melodramma con il cinema civile, scuote e commuove con la citazione ricorrente della neve di James Joyce, allestisce un geometrico e colorato set che rimanda alle pulsazioni e alle confessioni del suo cinema più commovente. Riflettendo sull'immortalità dei sentimenti, che rimangono indelebili anche dopo le uscite di scena.
3 - Estranei - Andrew Haigh
Un frastornante viaggio interiore nell'incancellabile immaterialità dei fantasmi delle persone che abbiamo amato e che abbiamo perso. Haigh realizza un capolavoro dell'anima, dove l'amore del protagonista si diffonde in una dimensione onirica senza tempo, che sovrappone l'eternità del passato con l'illusione del presente. Un melodramma famigliare che non ricatta ma pugnala solo quando è necessario, obbligando a fare i conti con la realtà di ciò che resta e con le assenze. Una lettera d'amore indirizzata verso un'aldilà sempre più popolato, in contrasto con i dolori e le solitudini dell'aldiquà. Ma è anche un film sul processo creativo di chi scrive, sulle parole nascoste come unica, possibile elaborazione del lutto.
2 - Anora - Sean Baker
Una dichiarazione d'amore nei confronti delle sex workers, una commedia pseudo-romantica alla Pretty Woman che evolve in un Fuori orario grottesco, crudo e malinconico, in cui una lap dancer viene ingaggiata per una settimana e poi per un viaggio a Las Vegas dal figlio ricchissimo di un oligarca russo. Meritata Palma d'oro: gran film, divertente e intelligente, una scrittura lucida che non concede un attimo di tregua, tra invenzioni slapstick e dialoghi da screwball comedy. Il cinema americano di oggi al suo meglio: dietro alle risate, si nascondono il conflitto e la distanza incolmabile tra universi inconciliabili, dove il sesso e i sentimenti soltanto all'apparenza possono annullare le differenze di classe e la solitudine.
1 - Grand Tour - Miguel Gomes
Un ottimo modo per avvicinarsi alla poetica del portoghese Miguel Gomes, un autentico "fantasista" del cinema di oggi più sperimentale e privo di etichette. Questo è il suo capolavoro: il folle racconto del viaggio senza senso e senza una meta precisa di una donna che insegue l'uomo che vorrebbe sposare, mentre lui mette in discussione le ragioni per cui il matrimonio dovrebbe essere celebrato. E scappa per il mondo. La narrazione prosegue, mentre cambiano senza logica gli ambiente e le epoche storiche: dopotutto, il sentimento dell'amore non conosce contestualizzazioni, è atemporale e irragionevole. Un'esperienza visiva e filosofica, Settima Arte nel vero senso della parola: qualcosa che non si era mai visto e che non ha modelli di riferimento.
MIGLIOR ATTORE: JAMES FRANCO (Hey Joe)
MIGLIOR ATTRICE: CHIARA MASTROIANNI (Marcello mio)
2012: Un sapore di ruggine e ossa - Jacques Audiard
2013: The Master - Paul Thomas Anderson
2014: Boyhood - Richard Linklater
2015: La scomparsa di Eleanor Rigby - Ned Benson
2016: Frantz - Francois Ozon
2017: Personal Shopper - Olivier Assayas
2018: Mektoub, My Love - Canto Uno - Abdellatif Kechiche
2019: Joker - Todd Phillips
2020: La vita nascosta - Terrence Malick
2021: Scompartimento n.6 - Juho Kuosmanen
2022: Blonde - Andrew Dominik
2023: Killers of the Flower Moon - Martin Scorsese
2024: Grand Tour - Miguel Gomes
domenica 24 novembre 2024
Obbligatori: Novembre 2024
Anora - Sean Baker
Una dichiarazione d'amore nei confronti delle sex workers, una commedia pseudo-romantica alla Pretty Woman che evolve in un Fuori orario grottesco, crudo e malinconico, in cui una lap dancer viene ingaggiata per una settimana e poi per un viaggio a Las Vegas dal figlio ricchissimo di un oligarca russo. Meritata Palma d'oro: gran film, divertente e intelligente, una scrittura lucida che non concede un attimo di tregua, tra invenzioni slapstick e dialoghi da screwball comedy. Il cinema americano di oggi al suo meglio: dietro alle risate, si nascondono il conflitto e la distanza incolmabile tra universi inconciliabili, dove il sesso e i sentimenti soltanto all'apparenza possono annullare le differenze di classe e la solitudine.
Giurato numero 2 - Clint Eastwood
A 94 anni, il gigantesco Clint si conferma ancora una volta la nostra guida morale. Un'altra lezione di vita, che s'interroga sul fattore umano: un uomo sposato da poco, con moglie bellissima in dolce attesa, si rende conto di essere il colpevole del processo a cui deve partecipare come membro della giuria. Storture del sistema giudiziario americano, mentalità conservatrice di un Paese contraddittorio e imperfetto, demoni dell'anima, senso di colpa e bisogno di redenzione, e poi un fenomenale ribaltamento dei ruoli e dei punti di vista, interrogandosi sulle linee sottili che separano verità e giustizia, morale e autoassoluzione, cancellando ogni divisione tra buoni, brutti e cattivi. Legal thriller e dramma etico: da sempre, roba sua.
Hey Joe - Claudio Giovannesi
Il ritorno inatteso e sorprendente di James Franco, dopo l'estromissione da Hollywood per le accuse sessuali in pieno #MeToo, da cui è stato assolto. Il nostro Giovannesi gli costruisce un personaggio memorabile, quello di un ex militare americano, malconcio e perdente, che torna a Napoli dopo 25 anni per conoscere il figlio che aveva abbandonato, ora molto vicino agli ambienti della malavita. Un film semplice e dolente, che strazia l'anima, scritto sulla bellissima faccia di James, sulle sue sfumature, sul suo tentativo di restituire una dignità e un significato all'esistenza. Andando incontro, come tutti gli antieroi e gli antidivi, a un destino quasi già scritto. E assieme a lui, un coro magnifico di interpreti.
domenica 27 ottobre 2024
Obbligatori: Ottobre 2024
The Apprentice - Ali Abbasi
Non è il film politicizzato contro Donald Trump che i democratici si aspetterebbero, ma una commedia bromance, capitalista e cialtrona in stile anni Ottanta, che evolve in un cinico melodramma demenziale e imprenditoriale, tra il mostruoso, il patetico e il ritratto feroce di un americano idiota. Un film divertente, che non indigna ma ricostruisce con sarcasmo l'irresistibile ascesa di un uomo potente e umanamente ridicolo. Il fuoriclasse è Jeremy Strong nel ruolo dell'avvocato Roy Cohn, tragico bastardo che da principale sponsor "trumpiano" diventa vittima della sua tossica tracotanza, ma è convincente anche Sebastian Stan, prima acerbo e poi arrogante palazzinaro pieno di soldi e pieno di sé.
Joker Folie à Deux - Todd Phillips
Joaquin Phoenix e Todd Phillips sono troppo intelligenti per non aver deciso scientemente di distruggere l'immaginario che avevano creato, di autosabotarsi, di svincolarsi dalla confezione commerciale. Il protagonista rivendica la sua identità come Arthur Fleck, respingendo le provocazioni e le etichette dei media, distanziandosi dal popolo che lo acclama come Joker, ribellandosi all'avvocato che vorrebbe far passare la sua infermità mentale, mentre Fleck confessa i suoi omicidi, la sua colpevolezza: Joker vive, canta e balla davvero soltanto nella sua testa. Un tradimento a chi dopo il primo film lo aveva reso una bandiera "anti-sistema", un simbolo punk, un modello ultras. Un film essenzialmente "jokeriano".
La storia del Frank e della Nina - Paola Randi
La sorpresa italiana della stagione. Un po' romantico e sognatore come Jules e Jim, un po' sgangherato e adolescenziale come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con uno spirito antagonista e di periferia come Forza cani e Fame chimica. Finalmente, un film su una Milano emarginata e popolare, ancora umana, descritta con guizzi cinefili molto fantasiosi, alternando bianco e nero e colore, formato quadrato e panoramico. E poi, un terzetto improbabile di protagonisti istintivi e bellissimi, giovani e ribelli: su tutti, svetta il personaggio di Frank, interpretato da Samuele Teneggi, anticonformista e intellettuale, che si muove sempre e soltanto in direzione ostinata e contraria.